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«Sì, col Torino per quasi mezzora ho visto un gioco da Champions». E poi: «Che l’Atalanta giocherà per un posto in Europa lo dice la storia degli ultimi tre anni». «In Champions lotteremo per il 2° posto. Con il ...
«Sì, col Torino per quasi mezzora ho visto un gioco da Champions». E poi: «Che l’Atalanta giocherà per un posto in Europa lo dice la storia degli ultimi tre anni». «In Champions lotteremo per il 2° posto. Con il 3° che è alla portata». Infine Muriel: «Luis è una prima punta. Se impara a stare là davanti farà tanti gol».
Gian Piero Gasperini non finisce mai di stupire. L’intervista d’inizio stagione per presentare il campionato era scivolata in là di 20 giorni per aspettare la fine mercato. E ora che il mercato è finito ecco che a metà intervista, quando spunta il tema, il tecnico dell’Atalanta fa contropiede: «Il mercato? Ma no, stiamo facendo un’intervista divertente…».
Poi la trattativa per dove collocare la battuta, e Gasp s’adegua: «Va beh, all’inizio o alla fine cambia poco. Conta che questa resti un’intervista di calcio».
Mister, che succede in serie A? 65 gol in due giornate. E le difese…
«È il calcio d’agosto, c’è allegria. Ma poi le difese si assestano».
O si va verso il calcio offensivo? Non è che Gasperini ha fatto scuola?
«Ah, sarebbe un onore. Ma attenzione, perché contano sempre i risultati. Noi due anni fa eravamo molto più forti in difesa che in attacco, poi i fatti ci hanno portato qui».
Al miglior attacco dell’ultima serie A migliorato inserendo Muriel e Malinovskyi. Nessuno altro l’ha fatto.
«Muriel è una prima punta, deve stare il più vicino possibile alla porta. Più si allontana e meno rende. Se impara a giocare là davanti farà tanti gol».
Scusi mister, guardi che ha sempre giocato da seconda punta.
«E ha sempre segnato 6-7 gol… Pochi per le sue qualità. Io vedo cose diverse, Muriel è forte là davanti, tira in una frazione di secondo. Sbaglierò…».
Ma lo farà convivere con Zapata?
«Ci siamo... Poi mi chiederà dove metto Ilicic, e il Papu, e Malinovskyi… Ma il calcio è equilibrio: non serve che giochino tutti insieme, è più importante che quando giocano siano efficaci. E Muriel lontano dalla porta non lo è».
Zapata invece è efficace ovunque. Sembrava Gigi Riva. O Bobo Vieri…
«Duván è in una condizione stratosferica, col Toro è stato straripante. E lo è mentalmente, oltre che fisicamente. Un anno fa di questi tempi lo toccavano e cadeva. Ora è imprendibile».
«Gomez e Ilicic sono la nostra garanzia tecnica, Malinovskyi oggi è l’alternativa al Papu e diventerà un buon giocatore anche nel nostro calcio. Tra l’altro lui e Muriel, lo hanno dimostrato in Nazionale (tre gol in due, ndr), portano qualità balistiche che non avevamo in rosa. Bene, ora ci sono delle alternative».
E fino al gol del Torino, che gioco. Come una squadra da Champions.
«Sì, per mentalità anch’io ho visto un’Atalanta di alto livello, capace di proporre un calcio da Champions. Non la più bella di sempre perché poi hanno vinto gli altri. Ma se ci aggiungeremo anche la giusta determinazione diventeremo ancora più forti».
Ma con un attacco del genere lei sta pensando a qualche novità tattica?
«Le novità escono dagli allenamenti quotidiani, te le fa capire la squadra. Ma con questo gruppo il nostro calcio è consolidato, con Spal e Torino abbiamo già visto tutte le scelte possibili».
Quindi non vedremo tutti gli attaccanti insieme?
«Scusatemi, ma non riesco a farli giocare tutti insieme. Già rispetto a Kurtic e a Cristante trequartisti abbiamo fatto dei passi avanti. Ma serve equilibrio».
Soprattutto nella fase difensiva.
«Ora siamo di certo meno protetti, ma ci sta di concedere qualcosa perché davanti creiamo molto di più. Il portiere avversario è sempre il migliore in campo, Gollini ha fatto una parata in due gare. Dobbiamo fare meglio la fase conclusiva».
«Nel gioco aereo siamo peggiorati di brutto . Non segniamo più e in difesa dobbiamo migliorare. Ma non cambio la marcatura mista, tu studi gli altri e gli altri studiano te. Un errore ci sta, ma se ne commetti due nella stessa partita diventa pesante».
«Bisogna lavorare. E crescere. Ma viste le prestazioni io tengo i miei difensori. Non ho mai visto una difesa sbandata, ma so che tutti dobbiamo fare meglio la fase difensiva. Escludendo de Roon, perché lui ce l’ha nel Dna, tutti gli altri devono crescere su tutte le palle mezze e mezze…».
Scusi mister, ma si riferisce alla «sindrome della pancia piena» di cui parlava il presidente?
«La chiami come vuole, io so che non dobbiamo essere pigri… No, sbaglio, pigri è troppo forte… diciamo che bisogna alzare le prestazioni di un gradino, perché se vinco io il contrasto poi viene più convinzione anche là in attacco. C’è un filo sottile…».
Tutta questione di testa?
«Con la buona prestazione deve arrivare il risultato. Se giochi bene e ti accontenti allora diventi un perdente».
E all’Atalanta che succede?.
«Ora qui si tratta di coltivare le motivazioni, perché non esiste di essere belli e perdenti. E non sopporto sentirmi dire: “Mister, ma siamo l’Atalanta…”. Questo è il principio del declino. Non lo accetto perché noi siamo nel posto che ci siamo meritati. Non mi va che si ragioni o si agisca pensando all’Atalanta di prima».
Mister, così il confine con la presunzione è sottilissimo.
«Lo so, e neppure questo deve accadere. Non voglio sentir dire che siamo i più forti solo per riempirci la bocca. Nella stagione scorsa noi siamo stati più bravi anche di avversari più forti di noi. Ora alziamo l’asticella».
Scusi, vuole arrivare secondo?!?
«Vi propongo un altro punto di vista: siamo come un golfista che parte da par 5 e per fine stagione punta a par 4. A quel punto guarderemo gli avversari. Se tutti chiudono davanti, bravi loro. Se fanno peggio, meglio per noi. Corriamo su noi stessi: dobbiamo essere più bravi».
Questione di motivazioni?
«Se ci sapremo ripetere, se torneremo a essere più bravi degli altri, avendo più alternative in attacco sono convinto che diremo la nostra. Il Torino ha vinto perché è stato più bravo di noi, più motivato. E domenica andiamo dal Genoa, forse oggi la squadra più motivata di tutte. Viene da momenti magri e ha fame, l’ambiente è esaltato».
«E lì l’ambiente sarà peggio».
Poi la Fiorentina, la Roma, Il Sassuolo, gli ucraini… Servirà il turnover.
«Oggi penso a Genoa e Dinamo. E sul turnover ci dobbiamo capire: qui gioca chi merita nel lavoro settimanale, io non posso fare calcoli su cicli di 7 partite. Se uno sta benissimo gioca anche 4 volte in dieci giorni, non ho problemi. E nessuno si deve sentire bocciato, anzi mi deve mettere in difficoltà. Penso a Freuler, giocatore straordinario. Ma se vedo Pasalic protagonista di una crescita importante è giusto che gli conceda spazio. Questo non significa bocciare Freuler, anzi… Sarà fondamentale per noi, e infatti il suo atteggiamento è esemplare».
Diamo un’occhiata al campionato.
«Juve e Napoli davanti, sono curioso di vedere l’Inter. Il tema è che tutti sono migliorati, soprattutto inserendo difensori».
Nelle previsioni di fine mercato tutti hanno messo l’Atalanta nel gruppo che giocherà per l’Europa.
«Sulla carta le griglie sono corrette, l’Atalanta ha alzato il suo livello, se da tre anni la media è di 67 punti, è giusto mettere l’Atalanta lì. Poi toccherà a noi..»
…non sentirci i più forti ma dimostrarci i più bravi?
«Perfetto. Perché le altre non si sentiranno meno forti di noi. Il Cagliari ha fatto cose importanti, il Parma ha inserito tanti giocatori, il Genoa mi piace. Sarà una stagione ancora più difficile. Per questo dico che noi dovremo essere ancora più bravi».
Quindi dobbiamo arrivare secondi?
«No, io giudico la squadra, non il piazzamento. Faccio un paradosso. Arrivi in finale di Coppa Italia e perdi, passi il turno in Champions ed esci agli ottavi, a maggio sei 8° in A, niente Europa. Che stagione sarà?».
Memorabile. E non fallimentare.
«Bene, così ci siamo. Voglio dire: non è la classifica, o solo la classifica, che definisce la stagione».
A proposito di Champions…
«Il Manchester è fuori categoria, sarà un onore affrontarlo, impareremo tantissimo. Lo Shakhtar è forte, non è solo un nome. Due anni fa ha eliminato il Napoli nel girone di Champions. Lo affronteremo con le nostre armi. E con la Dinamo Zagabria ce la giochiamo, col 3° posto in palio. Sarà decisivo cominciare bene a Zagabria».
Avremo lo svantaggio dell’ultima partita in Ucraina a dicembre.
«Ma io firmo subito se mi dicono che potremo andare là a giocarci la qualificazione».
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